







Ingresso al palazzo
Palazzo Serra di Cassano e l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
Fondato nel 1975 a Roma presso l’Accademia Nazionale dei Lincei dall’avvocato Gerardo Marotta, alla presenza di Enrico Cerulli, Elena Croce, Pietro Piovani e Giovanni Pugliese Carratelli, l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici svolse nei suoi primi anni di vita le proprie attività in viale Calascione, sede della biblioteca dell’avvocato Marotta, dove confluivano studiosi e borsisti da ogni parte d’Italia e d’Europa. Sempre più affollata in occasione dei seminari e dei convegni, tale sede divenne ben presto troppo angusta. Nel 1983 il Ministero per i Beni Culturali acquisiva Palazzo Serra di Cassano al patrimonio dello Stato e lo destinava in uso all’Istituto, che ne ha fatto la sua sede permanente, adeguata all’ampiezza e ricchezza delle sue iniziative. Si è in tal modo salvaguardata l’integrità del piano nobile del Palazzo, valorizzando al tempo stesso la sua pubblica fruizione. Che l’Istituto sia stato accolto nelle sale di Palazzo Serra di Cassano risponde tuttavia anche a una profonda affinità ideale: la sua fondazione è infatti legata, nei suoi motivi ispiratori, all’esperienza del 1799.




Palazzo Serra di Cassano e l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
Fondato nel 1975 a Roma presso l’Accademia Nazionale dei Lincei dall’avvocato Gerardo Marotta, alla presenza di Enrico Cerulli, Elena Croce, Pietro Piovani e Giovanni Pugliese Carratelli, l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici svolse nei suoi primi anni di vita le proprie attività in viale Calascione, sede della biblioteca dell’avvocato Marotta, dove confluivano studiosi e borsisti da ogni parte d’Italia e d’Europa. Sempre più affollata in occasione dei seminari e dei convegni, tale sede divenne ben presto troppo angusta. Nel 1983 il Ministero per i Beni Culturali acquisiva Palazzo Serra di Cassano al patrimonio dello Stato e lo destinava in uso all’Istituto, che ne ha fatto la sua sede permanente, adeguata all’ampiezza e ricchezza delle sue iniziative. Si è in tal modo salvaguardata l’integrità del piano nobile del Palazzo, valorizzando al tempo stesso la sua pubblica fruizione. Che l’Istituto sia stato accolto nelle sale di Palazzo Serra di Cassano risponde tuttavia anche a una profonda affinità ideale: la sua fondazione è infatti legata, nei suoi motivi ispiratori, all’esperienza del 1799.
Crocevia della cultura europea
L’esperienza del 1799, che nello slancio rivoluzionario aveva visto anche il precipitato di una secolare eredità culturale, alimenta un progetto che sa tenere insieme le più importanti tradizioni culturali, le più recenti acquisizioni scientifiche e filosofiche con la massima apertura alla città, ai giovani, al paese. Ciò ha fatto sì che, nel giro di pochi anni dalla sua fondazione, Paul Dibon potesse parlare dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici come di «un crocevia della cultura europea». Attraverso un imponente programma di convegni, giornate di studio e seminari, grazie a una ricchissima attività editoriale, l’Istituto si è presto affermato come un punto di riferimento per la filosofia e per il sapere umanistico e scientifico, a livello nazionale e internazionale. I più insigni rappresentanti della cultura e delle scienze – dalle grandi personalità internazionali ai premi Nobel, fino a figure di grande rilievo anche politico – hanno salito a più riprese i gradini dello Scalone sanfeliciano, accompagnati dalle tante generazioni di giovani studiosi che l’Istituto ha sempre sostenuto con borse di studio e di ricerca.
Gerardo Marotta

Il motto Venturi non immemor aevi – non dimentichiamo il futuro – poneva la responsabilità verso le giovani generazioni e il lascito che il presente elabora per l’avvenire nel cuore stesso della promozione della cultura come fattore di civiltà. Di questa grande impresa si fa erede Gerardo Marotta, fondatore dell’Istituto Italiano per gli studi filosofici. Nato il 26 aprile 1927, sarà attivo a Napoli fino alla sua morte, avvenuta il 25 gennaio 2017. «Figura esemplare di fede nell’illuminismo del nostro tempo e di domani»: così lo definiva il filosofo Jacques Derrida, che ne ricordava «l’aura di seduzione irresistibile”. Un «navigatore della cultura» che si proponeva di far rivivere le tradizioni culturali minacciate e i loro tesori, a partire da una poliedricità di conoscenze che si ritrova rispecchiata nel grande fondo librario, centinaia di migliaia di volumi, che egli raccolse in decenni di ricerche da bibliofilo. La sua visione ha fatto dell’Istituto e del Palazzo in cui esso ha sede «un castello dove i lavori di costruzione e restauro sono sempre in corso […], un monastero al riparo dal mondo, un’università superstite del Medioevo e un Collegio internazionale del XXI secolo mondializzato».
Far rivivere l’umanesimo
Secondo Giovanni Pugliese Carratelli, insigne studioso delle civiltà antiche, si può dire che la funzione svolta dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici affondi le sue radici nella tradizione classica. Non è un caso che tale Istituto sia sorto a Napoli, in cui vive l’eredità delle famose scuole filosofiche del pitagorismo, dell’eleatismo, del grande messaggio platonico e della ripresa umanistica della cultura antica. Su tale eredità si innesta, grazie all’ispirazione di Gerardo Marotta, il suggestivo tema storiografico della circolazione della cultura europea, secondo cui essa nasce nel Rinascimento italiano e passa nella filosofia tedesca per ritornare in Italia e a Napoli con i fratelli Spaventa, Francesco De Sanctis e Benedetto Croce. Uno schema in cui la prospettiva idealista entra in dialogo con l’illuminismo democratico e con la fiducia nella ragione. È in questa cornice che, per limitarci a un esempio illustre, Hans-Georg Gadamer, una personalità di grande spicco nella cultura filosofica del Novecento che all’Istituto «era di casa», propose un fecondo incontro fra antichità classica e sapere ermeneutico negli innumerevoli seminari svolti a partire dal 1978 e condotti «in forma di dialogo», in particolare con le giovani generazioni di studiosi e studiose.
Europa

La Rivoluzione del 1799, «nella brevità che nulla toglie all’efficacia dell’esempio», ha scritto ancora Giovanni Pugliese Carratelli, «mostrò a tutta l’Italia che un suo secolare patrimonio d’idee poteva essere forte stimolo e valida guida alla costituzione di uno Stato nazionale indipendente e governato secondo principii liberali». L’eredità del ’99 si congiunge così nelle attività dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici a quella ideale del Risorgimento, in una prospettiva che mira a ricongiungere la coscienza nazionale con la coscienza europea, ad affermare la solidarietà civile e il senso dello Stato come comunità di cittadini, la forte vocazione europeista e la centralità della filosofia in dialogo con tutti i saperi, per la costruzione di una cittadinanza consapevole e attiva, elemento costitutivo nella formazione delle classi dirigenti.
Policentrismo e superamento del divario fra le culture umanistica e scientifica

La vocazione civile di una cultura filosofica in relazione con altre discipline e con le arti è alla base del sostegno che l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici ha sempre dato all’educazione pubblica, nell’obiettivo di mettere a confronto e far interagire i diversi gradi della formazione, congiungendo scuola e università, dibattito pubblico e ricerca specialistica. A tale vocazione civile va ricondotto il carattere policentrico dell’Istituto – con il suo irraggiamento oltre Palazzo Serra di Cassano, nel Mezzogiorno, in Italia e in Europa – e il dialogo che si vuole sempre aperto fra le discipline umanistiche e quelle scientifiche. Ciò ha fatto sì che l’Istituto, nel corso dei decenni, abbia potuto ospitare nelle sue sale i maggiori rappresentanti della cultura mondiale, innumerevoli Premi Nobel, grandi personalità della politica e della discussione pubblica.
Il Sud per l’Italia

Le attività di formazione dell’Istituto sono contrassegnate dalla qualità e ricchezza delle proposte, che mobilitano ogni anno grandi studiosi e studiose dall’Italia e dall’estero, in proficua collaborazione con altri enti di ricerca e con diverse università. Le attività sono liberamente aperte al pubblico. I seminari sono contrassegnati dall’approfondimento di grandi temi trasversali alla storia della filosofia, con particolare attenzione a prospettive interdisciplinari e alla presenza di punti di vista distinti sull’oggetto in questione, in modo da favorire la discussione e il confronto critico, e insieme le occasioni di scambi personali, di condivisione di idee e progetti. Le borse di formazione e le borse di ricerca offrono a molti giovani l’opportunità di entrare direttamente in contatto con studiosi di altissimo livello e di entrare a far parte di una comunità che privilegia le prospettive teoriche di ampio respiro, mescolando competenze, interessi, provenienze. Si realizza così una modalità articolata di inclusione, sostegno e valorizzazione dei nostri giovani e del loro potenziale motivazionale e creativo: l’Istituto non si fa solo erogatore di opportunità e fucina per le giovani generazioni, ma diviene con ciò stesso un attrattore: il Sud per l’Italia.
Cogliere il proprio tempo nel pensiero

Se la riflessione filosofica contribuisce a creare e ad affinare le strutture concettuali che alimentano il nostro pensiero e la nostra visione del mondo, tanto maggiore è la sfida che ad essa si pone in un’epoca come la nostra nella quale le grandi trasformazioni e l’accelerazione del tempo storico finiscono per rimettere in discussione il senso stesso dell’umano. L’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici si propone, da questo punto di vista, di aprirsi per quanto possibile alla lettura del presente, offrendo spazio nelle proprie attività alle nuove frontiere dei saperi, con particolare attenzione ai mutamenti anche tecnologici e al senso nuovo del nostro stare al mondo. In tale prospettiva si articolano, accanto alla importante attività editoriale, anche i progetti digitali, presenti sul sito dell’Istituto, mirati a una ricerca sperimentale, in termini di linguaggi e metodi, nell’ambito della disseminazione di contenuti filosofici attraverso distinti canali e modalità, nell’obiettivo di creare un ponte fra il ricchissimo patrimonio storico dell’Istituto (audio, video, reperti fotografici, testi), la produzione di nuovi contenuti, lo stimolo alla ricerca e alla sperimentazione.